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Turchia: il nuovo premier è Davutoglu

La nomina ufficiale è attesa per il 27 agosto

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Dopo dodici anni ininterrotti di Erdogan la guida del governo turco cambia volto: a designare il diadoco del “Sultano”, venerdì 22 agosto, è stato, naturalmente,  lo stesso Erdogan, passato ora alla guida della Repubblica. Il premier uscente e undicesimo successore di Atatürk ha pescato, com’era da aspettarselo, tra i suoi fedelissimi: e così a raccogliere il suo testimone a capo dell’esecutivo ha chiamato Ahmet Davutoglu, 55 anni, il ministro degli Esteri dell’ultimo gabinetto da lui presieduto.
Ora a Davutoglu toccherà, automaticamente, anche la leadership dell’Akp, considerato che gli affari di Palazzo Cankaya (la residenza presidenziale voluta da Atatürk ad Ankara) non consentiranno ad Erdogan di occuparsi della direzione del partito di maggioranza.
Davutoglu, islamico sunnita, professore di scienze politiche, da tempo stretto collaboratore dell’ex premier, come ministro degli Esteri si è caratterizzato per una linea di stampo “neo-ottomano”, volta, cioè, a promuovere l’attivismo della Turchia (diplomatico ma anche militare)
nell’area mediorientale e nel bacino del Mediterraneo levantino, cioè negli ambiti territoriali storicamente già di pertinenza della Sublime Porta. (Al neo-ottomanesimo, le cui origini si fanno risalire all’intervento turco a Cipro nel 1974, si contrappone il kemalismo, cioè la dottrina “monroviana” di Atatürk che propugna una Turchia proiettata con forza verso l’Occidente e che resta sostanzialmente isolata nel contesto asiatico.) Il nuovo premier e il nuovo capo dello Stato entreranno ufficialmente in carica quasi in contemporanea, tra il 27 e il 28 agosto: chi prenderò il posto di Davutoglu nel dicastero che questi sarà costretto ad abbandonare per dirigere l’intera squadra di governo? Voci insistenti accreditano come suo probabile successore l’attuale capo dei servizi segreti, Hakan Fidan.        

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